Attivazione di app e servizi non richiesti, truffa milionaria nella telefonia

Non serve neanche un click, basta scorrere sul web la pagina sbagliata e la truffa è servita. L’attivazione automatica di servizi e app non richieste, come news, meteo e giochini telefonici, è automatica. All’utente vengono addebitati costi aggiuntivi per attività non richieste e il più delle volte non desiderate. L’inchiesta avviata nel 2018 dal quarto dipartimento della procura di Milano, che si occupa di tutela del consumatore e frodi informatiche, è di proporzioni enormi. E ha portato nei giorni scorsi gli uomini del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di finanza a perquisire la sede di Rho della Wind-Tre e a indagare tre dei suoi dirigenti.
«In questo caso le cifre truffate a ogni utente sono basse, tanto che la maggior parte di loro non se ne accorge neanche. Vengono colpiti molti per pochi soldi ma l’entità totale della truffa è enorme», spiega il procuratore aggiunto Eugenio Fusco che ha coordinato l’inchiesta con il pm Francesco Cajani. Tanto che sono già stati sequestrati 12 milioni di euro, relativi al solo ultimo trimestre del 2018.
Sono undici le persone indagate a vario titolo per frode informatica, intrusione abusiva a sistema informatico e tentata estorsione. Tra loro compaiono, oltre a due dirigenti e un quadro di Wind, tre dipendenti e un consulente di Pure Bross Spa, altra società coinvolta e indagata in base alla legge 231 sulla responsabilità degli enti, un socio di un’agenzia pubblicitaria e tre giovanissimi sviluppatori dei contenuti che lavorano per una società registrata a Dubai.
Sono migliaia i clienti delle più importanti compagnie telefoniche italiane (anche se l’indagine si concentra solo sulla Wind-Tre), ai quali sono stati accreditati importi non dovuti per attivazioni indebite dei cosiddetti Servizi a valore aggiunto (Vas) sul cellulare con la tecnica “zero click”. Basta visitare una pagina web, talvolta con l’inganno di banner pubblicitari e, senza far nulla, per trovarsi istantaneamente abbonati a un servizio che prevede il pagamento di una somma di denaro sul conto telefonico, settimanalmente o mensilmente, in cambio dell’accesso a contenuti come notizie, oroscopi, suonerie, meteo, gossip, video o altro. Fenomeno illecito che, nonostante l’inchiesta e le perquisizioni, non si è interrotto neppure durante l’emergenza sanitaria nazionale da Covid-19.
Altra tipologia di truffa era quella “machine to machine”. Pensiamo per esempio alla domotica e alla possibilità di accendere il riscaldamento nella casa in montagna attraverso il cellulare qualche ora prima del nostro arrivo. Per farlo la caldaia è dotata di una scheda su cui, appunto, spesso vengono attivati vas non richiesti.
«Serve una responsabilizzazione delle piattaforme digitali usate dalle società multiutility che permettono a queste situazioni di proliferare», commenta il procuratore Francesco Greco. «Se non si pone un controllo, si crea una asimmetria di potere tra gli enormi agglomerati economico-finanziari e i cittadini, che diventano oggetto delle peggiori scorrerie».
Dopo aver svelato la truffa, gli inquirenti, che si sono concentrati solo sulla Wind-Tre, hanno inviato una lettera al Garante per le telecomunicazioni per chiedergli di fare accertamenti anche sulle altre compagnie, Vodafone e Tim.
Fonte: La Stampa
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